E’ l’agghiacciante quadro mostrato dai risultati di un recente sondaggio di AIDAA in merito ai metodi di controllo del randagismo.
Il campione era di 1064 italiani maggiorenni, equamente suddivisi tra nord, centro, sud e isole e ha delineato un panorama davvero terribile: il 33% degli intervistati si dice favorevole ad abbattere o uccidere con l’eutanasia i cani randagi presenti nei canili. Di questa percentuale, fortunatamente, il 13,8% precisa comunque di essere favorevole alla morte dei cani per eutanasia solo in caso di assoluta necessità, mentre il restante 63,8% è assolutamente contrario a qualsiasi forma di abbattimento dei cani come sistema del controllo dei randagi.
Più della metà del campione ritiene comunque che il metodo migliore per la lotta al randagismo sia la sterilizzazione, sia per prevenire che per controllare, e un quarto degli intervistati chiede che vengano costruiti altri canili. Solo il 18.6% ritiene che il microchip obbligatorio fino dalle prime settimane di vita possa essere una soluzione. La seconda domanda riguardava la proposta AIDAA di arrivare a un piano europeo di sterilizzazione come unico metodo del controllo del randagismo: a questa domanda il 63% degli intervistati si è dichiarato favorevole, mentre per il 28,5% occorre che ogni stato provveda per se.
“La forte aliquota di persone che sono favorevoli all’introduzione della pena di morte per i cani randagi, seppure in stato di assoluta necessità ci preoccupa molto,” ha detto Lorenzo Croce, presidente dell’associazione promotrice, “infatti ogni tanto viene riproposta la soluzione finale per le migliaia di cani ospitati nei canili italiani, proposta questa che va contro la stessa legge italiana, che invece punta sulla sterilizzazione. Questo dato spesso nasconde il disagio delle persone a fronte della mancata risposta degli enti locali nella lotta al randagismo, specialmente nelle regioni del sud Italia”.
Claudia Resta
Petpassion.tv – [email protected]